I 58 COMUNI DELL’EPOREDIESE

Lungo il secolo scorso, il territorio ha avuto un periodo di grande sviluppo che l’ha portato ad agire con protagonisti di livello mondiale sia in campo industriale e tecnologico, sia in quello socio-culturale. In particolare l’Eporediese ha visto insediarsi importanti imprese industriali nel settore tessile, nella meccanica di precisione, nel settore farmaceutico, e soprattutto nell’informatica, con la crescita della multinazionale Olivetti. Dagli anni 1980-90, la zona ha subito un forte declino con la progressiva scomparsa di tutte le maggiori aziende.


SITUAZIONE ATTUALE


La riflessione del Comitato parte da considerazioni concrete sull’andamento socio-economico e demografico della Zona.


-Perdita di centralità dell’Eporediese

È dovuta come noto alla progressiva scomparsa della grande impresa multinazionale Olivetti (da 21.000 a <400 dipendenti), aggravata dallo spostamento del baricentro dei due operatori telefonici nati ad Ivrea, Omnitel (Vodafone) e Infostrada (Wind), dei quali rimane circa il 10% dei dipendenti.


-Trasformazione del sistema imprenditoriale locale

Quale reazione al fatto precedente, si è registrato lo sviluppo di forme di imprenditorialità diffusa, con la crescita esponenziale del numero di imprese accompagnata da un marcato processo di terziarizzazione. Tra il 2000 e il 2011, si è osservato uno spostamento di circa 4000 addetti dal settore manifatturiero ai servizi nel SLL Ivrea (circa il 12% del totale).  Tale trasformazione, sostenuta da una forte cultura locale di coraggio e impegno, nonché da competenze tecnologiche e imprenditoriali, è in gran parte direttamente riconducibile all’”eredità” Olivetti (sviluppo di manifattura specializzata e terziario avanzato, in particolare TLC).

Altre iniziative si sono sviluppate in settori specializzati di nicchia e nel campo della ricerca e della sperimentazione biomedicale.

Il settore manifatturiero ha progressivamente raggiunto un buon livello di competitività che gli ha consentito, in particolare con la recente crisi, di orientarsi con successo verso l’esportazione.


-Presenza di un notevole potenziale di sviluppo

Da notare anche la nascita, accanto all’imprenditorialità tradizionale dell’agricoltura, di piccole realtà innovative di nicchia anche orientate all’agriturismo. Il turismo stesso è oggi oggetto di sforzi di valorizzazione integrata e vede un inizio di sviluppo di piccola imprenditorialità.


-Fragilità del tessuto imprenditoriale

È legata in particolare alle dimensioni troppo ridotte delle imprese locali, che riducono le loro capacità d’investimento, in particolare per l’innovazione; l’aggiornamento delle competenze è difficile localmente. E infine una quota non indifferente dei lavoratori (il 15% circa) è sottoposta alle incertezze legate ad investimenti stranieri.


-Carenza delle infrastrutture

Le infrastrutture sono ancora scarse o incomplete nella Zona: tra le situazioni più critiche, citiamo il ben noto problema delle ferrovie, i trasporti pubblici in generale, le connessioni telematiche (banda larga, fibra ottica), la mancanza di una struttura di formazione professionale adeguatamente orientata alle esigenze delle imprese.


-Situazione demografica preoccupante

la crescita della popolazione è quasi nulla (+0,6% tra il 2007 e il 2014, nonostante la crescita del 3% della popolazione straniera). Inoltre, il fenomeno d’invecchiamento è particolarmente marcato: l’età media eporediese (46,9) è cresciuta di 1,2 anni in sette anni, mentre aumentava di 10 punti l’indice di vecchiaia (valore medio nella Zona: 215 contro 157 in Italia). Un altro aspetto preoccupante è la scarsa attrattività del territorio per le popolazioni giovani: tra il 2000 e il 2011, il SLL Ivrea ha perso il 29 % della fascia 25-34 anni (31% della solo fascia 24-29 anni). Sono peraltro note le difficoltà di assunzione di risorse giovani qualificate, che tendono a spostarsi verso le grandi città o all’estero.


-Frammentazione del territorio

Costituisce un forte elemento di freno. L’Eporediese raggruppa ben il 18% dei Comuni della CMT. Inoltre, il 61% dei suoi 58 Comuni conta meno di 1000 abitanti, e solo due di loro (Ivrea e Strambino) superano i 5000 abitanti. Questa frammentazione è la causa non solo di una disottimizzazione dei servizi, in termini di qualità e costi, ma anche della scarsità degli investimenti, in particolare nei comuni più piccoli, per mancanza di politiche e progettualità comuni.


-Effetti della crisi economica

Hanno avuto un forte impatto in particolare sulla disoccupazione locale (+5,4% tra il 2007 e il 2013). Va tuttavia notato che diversi indicatori segnalano una tenuta alla crisi migliore nell’Eporediese che in Piemonte o nell’intero Paese, sia in termini di occupazione che di consumo delle famiglie, che di valore aggiunto delle imprese, per citare qualche esempio.


-Il rischio di marginalizzazione

L’Eporediese si trova oggi in una situazione di crisi, in cui le competenze e capacità, l’imprenditorialità, le aree di eccellenza e i potenziali da sviluppare rischiano di disperdersi nel prossimo futuro. Le difficoltà incontrate in Eporediese espongono il territorio ad un rischio di marginalizzazione della Zona, in particolare per quanto riguarda i Comuni più piccoli: ridotta visibilità, ridotte risorse, ridotto peso politico.

Nell’Eporediese di oggi, permangono quindi valori da sostenere e sviluppare ma allo stato attuale, la situazione e le risorse disponibili non consentono di prevedere il vero risorgimento di cui il territorio necessita.