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AMIunaCittà NEWSLETTER ottobre 2015

Il settimo numero della Newsletter di AMIunaCittà si propone di portare alla conoscenza dei lettori alcuni documenti che hanno contribuito alla definizione e alla messa a punto del Progetto di AMIunaCittà.
Ci riferiamo in particolare allo studio di Carlo Ronca: Trasformazione di un sistema produttivo locale e linee guida per una “mappa delle competenze”: il caso del Canavese e ad un articolo, sempre dedicato al nostro territorio, di Renato Cogno e AA.VV: Quali vantaggi per una grande fusione dei comuni.
Ci sembra importante inoltre evidenziare due iniziative: una nata nel confinante territorio del chivassese, dove un gruppo di cittadini, che si è dato il nome di Associazione Culturale Identità Comune, persegue un obiettivo analogo al nostro. L’altra riguarda invece la Regione Lombardia dove di recente è stato fatto il punto sullo stato delle fusioni dei comuni, con contributi che anche sul piano del metodo ci sembrano rilevanti.
Abbiamo inoltre cercato di riassumere le iniziative più rilevanti a favore di una maggiore razionalizzazione della frammentazione amministrativa del territorio che sono state portate avanti in questo anno di attività del nostro Comitato. In particolare, ci teniamo a sottolineare i contributi che il Consiglio Comunale di Ivrea ha dato in più occasioni, anche per merito di due consiglieri che fanno parte del Comitato AMIunaCittà: Alberto Tognoli e Francesco Comotto. E’ di martedì, 27 ottobre scorso, la notizia che la Regione Piemonte ha approvato la Legge 145 (DDL145) che attua la Legge Delrio: l’art. 15 fa esplicito riferimento al fatto la Regione intende promuovere, favorire e sostenere forme di gestione associata riconoscendo il ruolo fondamentale delle Aree Omogenee della Città Metropolitana di Torino. Riprenderemo quest’ultima notizia giunta in chiusura di questo numero.
Recentissima è anche la nomina a Presidente del Gruppo Turismo di Confindustria Canavese di Maria Aprile, membro del nostro Comitato. Siamo certi che saprà portare, anche in questo ambito, la visione integrata dell’Anfiteatro Morenico.



Trasformazione di un sistema produttivo locale e linee guida per una “mappa delle competenze”: il caso del Canavese

Lo studio di Carlo Ronca è da oggi disponibile sul nostro sito. Questo lavoro non può certo, per contenuti e dimensioni, essere sintetizzato in poche righe. La sua importanza ci appare tuttavia tale da raccomandarne una lettura approfondita. Ciò per diversi motivi: si tratta della prima e (a nostra conoscenza) unica ricognizione del mutamento del tessuto produttivo di una zona sovrapponibile con l’AMI, in un lungo arco di tempo, che ne ha definito i caratteri attuali.
La ricerca, accurata e di solide basi metodologiche, identifica le principali dinamiche che hanno definito il territorio come lo osserviamo oggi:
· La progressiva perdita di centralità di Ivrea e del Canavese all'interno delle strategie di sviluppo delle grandi imprese rappresentanti l'eredità esplicita dell'avventura olivettiana – Telecom Italia, Omnitel (oggi Vodafone) e Infostrada (oggi Wind);
· Progressivo passaggio a forme di imprenditorialità diffusa, con frequenti casi di “ripartenza” dal “piccolo” per crescere anche internazionalmente (manifatturiero Hi-Medium-HiTech e ICT/Software)
· Interventi di “trasformazione” industriale mirati, promossi dalle istituzioni locali o dalle Grandi imprese con base locale (v. Bioindustry Park Silvano Fumero, aziende Servizi Filiera TLC)
· Investimenti Diretti Estero (I.D.E.).

A queste si deve aggiungere la crescente divaricazione tra “memoria storica”, propria della Società Civile, in generale ferma all’inizio dell’ultimo decennio del secolo scorso e la storia reale di trasformazione e sviluppo dei processi ed attività di lavoro.
Ne deriva il tema dei “nuovi mestieri” (offrendo rappresentazioni molto dettagliate della consistenza e distribuzione sul territorio delle competenze del capitale umano occupato nelle aziende locali), in coerenza con gli approfondimenti fatti su un ampio campione di imprese.
Imprese ed istituzioni debbono affrontare la sfida di un nuovo modo di comunicare alle comunità locali le trasformazioni avvenute o in atto nel mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di contribuire a colmare il gap tra coloro, che guardano “nello specchietto retrovisore” ed usano le griglie di valutazione del passato, e coloro che lavorano nel presente e vogliono continuare a lavorare nel futuro.
La presenza di imprenditorialità e di competenze di capitale umano della Filiera TLC/Digitale e di altri settori di Industria Avanzata, consente di disegnare la “mappa” di un territorio capace di affrontare i progetti di sviluppo legati alla competitività Digitale, coerentemente con la propria cultura e tradizione ancora guidate dall’innovazione, nel nuovo quadro amministrativo della Città Metropolitana.

Anche da questi pochi cenni risulta evidente poi la rilevanza che questo studio ha avuto per il Comitato AmiUNAcittà, in quanto ha largamente contribuito a trasformare la Città Diffusa da frutto di intuizioni e percezioni soggettive a quello di motivato e solido obiettivo.



QUALI VANTAGGI PER UNA GRANDE FUSIONE DI COMUNI

Nel corso della XXXVI CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI, Renato COGNO, Santino PIAZZA, Matteo BARBERO, Igor LO BASCIO hanno presentato un importante studio dedicato al nostro territorio dal significativo titolo: QUALI VANTAGGI PER UNA GRANDE FUSIONE DI COMUNI dedicato all’analisi di diversi aspetti del nostro territorio, ma con una attenta focalizzazione sulla questione degli investimenti.
Di seguito ne riportiamo una sintesi, rimandando per ogni approfondimento all’articolo completo sul nostro sito alla pagina “documenti”.
La casistica delle fusioni comincia ad essere ampia non solo all'estero ma anche in Italia (fino al 2013 solo 11 fusioni, nel 2015 realizzate 28 e in attuazione 147).
Una letteratura ormai copiosa documenta i vantaggi di questa soluzione:
-efficienza nei servizi
- risparmi nei costi di gestione e maggior spazio per gli investimenti
- capacità strategiche ed economiche di scala
- maggior evidenza e consapevolezza degli interessi complessivi e quindi maggiore democrazia nei processi decisionali.
La fusione proposta per i Comuni dell'AMI costituirebbe un Ente in grado di realizzare sia i vantaggi economico-finanziari sia quelli strategici in quanto la dimensione territoriale, la dotazione di patrimonio e di competenze, consentirebbero non solo economie ed efficienze di scala, ma anche capacità progettuali e di innovazione, attrattive di investimenti e di risorse.
Il processo di fusione è incentivato anche da agevolazioni sostanziose che si possono così riassumere:
- agevolazioni statali stimate in 1,5 mi per 10 anni
- agevolazioni regionali
- Sospensione dal patto di stabilità per 5 anni con una possibilità di spesa per circa 20 mi.
Particolare attenzione è dedicata alla gestione dell'indebitamento complessivo ed allo spazio che ciò determinerebbe per gli investimenti.
L'analisi dell'andamento delle spese in conto capitale mette in evidenza non solo un grave trend in diminuzione ma soprattutto la esiguità e la mancanza di respiro strategico conseguente alla frammentazione e alla dimensione dei soggetti, che di fatto rende difficile se non impossibile l'accesso ai finanziamenti Europei.
Naturalmente il percorso per arrivare alla fusione presenta secondo gli autori numerose difficoltà (organizzative, culturali ecc.). Perciò la conclusione ipotizza la realizzazione di un passo intermedio anche per aggirare il limite posto dalla attuale legislazione agli incentivi statali (1,5 mi per ogni fusione, indipendentemente dalla dimensione).
Questa è materia da approfondire nella sua complessità, per progettare modalità e tempi di realizzazione di quella che ormai si conferma sempre di più come la soluzione ottimale per il governo di un territorio che si ponga obbiettivi di efficienza e di sviluppo.
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Il processo di fusione è incentivato anche da agevolazioni sostanziose che si possono così riassumere:
- agevolazioni statali stimate in 1,5 mi per 10 anni
- agevolazioni regionali
- Sospensione dal patto di stabilità per 5 anni con una possibilità di spesa per circa 20 mi.
Particolare attenzione è dedicata alla gestione dell'indebitamento complessivo ed allo spazio che ciò determinerebbe per gli investimenti.
L'analisi dell'andamento delle spese in conto capitale mette in evidenza non solo un grave trend in diminuzione ma soprattutto la esiguità e la mancanza di respiro strategico conseguente alla frammentazione e alla dimensione dei soggetti, che di fatto rende difficile se non impossibile l'accesso ai finanziamenti Europei.
Naturalmente il percorso per arrivare alla fusione presenta secondo gli autori numerose difficoltà (organizzative, culturali ecc.). Perciò la conclusione ipotizza la realizzazione di un passo intermedio anche per aggirare il limite posto dalla attuale legislazione agli incentivi statali (1,5 mi per ogni fusione, indipendentemente dalla dimensione).
Questa è materia da approfondire nella sua complessità, per progettare modalità e tempi di realizzazione di quella che ormai si conferma sempre di più come la soluzione ottimale per il governo di un territorio che si ponga obbiettivi di efficienza e di sviluppo.

Studio sulle fusioni dei Comuni lombardi


L’Istituto superiore per la ricerca e la formazione EUPOLIS Lombardia ha organizzato il 30 settembre una giornata di studio sul tema delle fusioni dei Comuni lombardi.
L’incontro ha analizzato gli obiettivi, le motivazioni, il ruolo sociale ed istituzionale nelle scelte di riorganizzare i territori lombardi, e le scelte organizzative della pubblica amministrazione adottate a livello europeo.
Lo studio fornisce elementi interessanti di valutazione anche per il percorso e le scelte che il nostro territorio dovrà effettuare: proponiamo allo scopo una lettura dell’analisi effettuata dal Project Leader del Gruppo di Ricerca , dottor Alberto Ceriani nel sito www.amiunacitta.com .

Segni in Comune

Le nuove visioni, come quella proposta dal Comitato AMIunaCittà, creano spesso una sensazione di fastidio. Non tanto perché propongono soluzioni che possono apparire utopiche, rivoluzionarie o mettano in discussione posizioni e carriere, ma soprattutto perché comportano non pochi sforzi per identificare metodi e strumenti per tradurle in realtà. Sicuramente occorre tempo perché certe proposte entrino a far parte del patrimonio culturale di una comunità e possano essere prese in considerazione. Il nostro principale obiettivo è quello di stimolare una discussione in un territorio che ci pare insicuro riguardo alle proprie forze e potenzialità. Il progetto di una grossa fusione per riaggregare una zona molto frammentata è la soluzione che ci sembra più efficace.
In realtà, nello stilare un bilancio dell’attività di promozione a favore della zona dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea portata avanti in quest’ultimo anno ci siamo resi conto che, sia a livello nazionale che locale, sono stati fatti tanti piccoli passi che lasciano intendere che la direzione imboccata sia quella giusta. I temi da noi dibattuti hanno trovato spazi anche in luoghi istituzionali.
A livello nazionale, possiamo citare il convegno “Fusioni dei comuni, un’opportunità di modernizzazione del paese”. Una giornata di approfondimento in cui sono stati analizzati i vantaggi politici, tecnici ed economici con gli interventi del ministro Alfano e del sottosegretario Bocci.
(http://www.interno.gov.it/it/notizie/fusione-dei-comuni-nella-nuova-architettura-costituzionale-conferenza-viminale)
In quell’occasione Giancarlo Verde, Direttore Centrale della Finanza Locale, ha concentrato la sua analisi sugli aspetti economico-finanziari ed ha presentato uno studio sui possibili risparmi derivanti da una teorica fusione di comuni di minore dimensioni demografiche, la medesima che ha presentato ad Ivrea in occasione del nostro convegno: “Il sistema delle autonomie locali di fronte alla pianificazione strategica. Un nuovo modello per lo sviluppo”, svoltosi ad Ivrea lo scorso 26 settembre. (https://www.youtube.com/watch?v=HxEERNOeWSg)

Anche lo Statuto della Città Metropolitana di Torino cita la “fusione” al punto 7 dell’art 27: “Ai fini di un’ottimale organizzazione dei servizi sul territorio, la Città metropolitana sostiene e promuove, anche mediante l’impiego di proprie strutture e risorse umane, i processi di unione e di fusione tra i comuni delle singole Zone omogenee, favorendo la progressiva aggregazione e semplificazione delle diverse forme associative tra i comuni, anche attraverso convenzioni tra Zone omogenee attigue…” (link al documento)
E, cosa per noi molto importante, è ciò che ha accolto il Consiglio Comunale di Ivrea nel Documento Unico di Programmazione, dove a pagina 31 della sezione strategica al titolo MISSIONE 1, Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione, affronta in modo più esplicito il tema della dimensione territoriale: «Per quanto riguarda i servizi e le relazioni istituzionali l’Amministrazione Comunale sarà impegnata a promuovere direttamente iniziative volte a studiare e diffondere la più ampia documentazione e tutti i criteri più idonei a far convergere il numero maggiore di Comuni verso un nuovo modello di Città Diffusa. Per fare ciò l’Amministrazione Comunale ha individuato nei Comuni dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, il bacino più idoneo per cominciare a costruire questa nuova realtà, che rispettando le individuali caratteristiche di ogni Comune, consenta di costituire una forza determinante non solo per la sopravvivenza, ma anche per il rilancio del territorio. La nostra area, molto distante e diversa, sia morfologicamente che produttivamente, dal bacino del torinese, necessita non più solo di razionalizzazioni dei servizi ma di un corposo piano di nuovi investimenti oramai non più sostenibili dai singoli Comuni per la mancanza di risorse e per gli stringenti vincoli del Patto di Stabilità, problematiche superabili solo con un nuovo assetto istituzionale del territorio».

Il Consiglio Comunale di Ivrea ha, inoltre, recentemente (12 ottobre 2015) accolto all’unanimità anche la Mozione su “Ivrea e il Piano Strategico area Eporediese”, proposta da Francesco Comotto della Lista Progetto per Ivrea e da Alberto Tognoli della Lista dei Cittadini. Quest’ultimo, inoltre ha chiesto di inserire nel redigendo Statuto dell’Unione dei Comuni anche un emendamento finalizzato alla fusione.
È di questi ultimi giorni la notizia dell’approvazione del DDL 145 che attua la Legge Delrio. All’articolo 15. (Azioni strategiche per il supporto all’associazionismo intercomunale) si legge:
1. La Regione riconosce il valore strategico dell’associazionismo intercomunale, riconoscendo in particolare il ruolo delle Aree Omogenee della Città metropolitana di Torino, quale opportunità di riduzione della frammentazione amministrativa, nonché occasione di sviluppo socio-economico e strumento per garantire una più ampia esigibilità dei diritti connessi ai servizi pubblici locali. 2. A tale scopo la Regione promuove ogni attività volta a fornire ai comuni del Piemonte apposita assistenza giuridico, amministrativa e tecnica alle forme associative, nonché interventi di formazione per amministratori e dipendenti di enti locali atti a favorire l’approfondimento e la condivisione di tematiche relative alla gestione associata. 3. Le attività di cui al comma 2 sono condotte nel rispetto di uno specifico programma di accompagnamento e supporto alle forme associative del Piemonte, realizzato in sinergia con le province, la Città metropolitana di Torino e le associazioni rappresentative degli enti locali, nell’esercizio della funzione fondamentale di cui all’articolo 1, comma 85, lettera d) della l. 56/2014. 4. Il programma è attuato attraverso la definizione e l’attuazione di piani strategici e operativi di durata triennale. 5. La Regione assicura l’attività di coordinamento e monitoraggio dei piani operativi.

Insomma, il bilancio finale è incoraggiante: i segni ci sono e incoraggiano l’azione.
Un plauso a chi ha portato avanti le istanze del Comitato, ma anche a chi ha ritenuto di recepirle.


Un’ Identità Comune nel chivassese

Da tempo è all’opera, a Chivasso, un’associazione culturale che persegue in quella zona un obiettivo del tutto simile al nostro.
Ci pare opportuno far conoscere le loro iniziative, soprattutto perchè ci sembra particolarmente rilevante che, in modo del tutto indipendente, due gruppi di cittadini attivi sono quasi contemporaneamente giunti alla stessa proposta: l’unificazione amministrativa delle rispettive aree omogenee Eporediese e Chivassese. Le due iniziative non sono dunque isolate (e per quanto possano apparire utopiche e forse folli in senso erasmiano), ma rappresentano istanze condivise.
Tra le altre cose Identità Comune ha prodotto a firma del suo segretario Tomas Carini un libro “Democrazia a km0” che documenta la necessità di un ruolo diverso degli attuali Comuni, ampliandoli sia geograficamente sia nelle competenze; questo libro tra l’altro fa particolare riferimento all’idea olivettiana delle Comunità. Ne raccomandiamo la lettura e cercheremo di favorirne la diffusione anche nella nostra zona.
Identità Comune è ora impegnata su due iniziative rilevanti: la prima il progetto Porta Canavese-Monferrato, ossia quello di un più facile utilizzo anche nella nostra zona della rete ad alta velocità. Questo progetto è arrivato negli intenti della Regione: ed è in grado di cambiare radicalmente anche la sorte dell’AMI. Necessita ovviamente, oltre a molto altro, anche di sinergia e di compattezza del territorio.
La seconda è l’iniziativa già avviata per arrivare alla fusione tra Chivasso e Castagneto Po, che vede tra l'altro, l'impegno attivo e diretto del Sindaco di Chivasso. Come ben sanno i nostri lettori come comitato non abbiamo mai voluto proporre o suggerire un percorso, ma è fuori dubbio che il successo di una tale iniziativa sarebbe un grande supporto al progetto della città diffusa.
Siamo certi che pur mantenendo ciascuna organizzazione un solido radicamento nel territorio e la necessaria autonomia di metodo ed operativa, si vadano aprendo ampi spazi di collaborazione.



Cambio al vertice del Gruppo Turismo di Confindustria Canavese: Maria Aprile eletta presidente




Maria Aprile, già sindaco di Pavone Canavese, componente del Comitato AMIunaCittà e titolare di una azienda di servizi turistici e culturali del territorio è stata eletta il 6 ottobre presidente del Gruppo Turismo di Confindustria Canavese per il biennio 2015-2017.

Il Gruppo Turismo è un organismo operativo dal 2011 con lo scopo di sviluppare il settore turistico nel territorio e rappresentarne le esigenze delle strutture ricettive e delle aziende turistiche.
L’obiettivo da affrontare, in particolare, è quello di favorire la sistematizzazione degli operatori pubblici e privati del territorio in un programma di lavoro condiviso per aumentare la visibilità ed i risultati economici di questo segmento imprenditoriale ancora relativamente nuovo per il Canavese, e che ha interessanti prospettive di sviluppo dato il suo rilevante potenziale naturale e culturale.