Comitato Promotore AMIunaCittà Visualizza versione online

AMIunaCittà NEWSLETTER settembre 2015

Speciale Convegno


La newsletter oggi in distribuzione è interamente dedicata al Convegno "Il Sistema delle Autonomie Locali di fronte alla pianificazione strategica - Un nuovo modello di governo per lo sviluppo", da noi organizzato, che si è tenuto sabato 26 nella sala del Consiglio Comunale di Ivrea.

Di seguito trovate un ampio resoconto delle relazioni e degli interventi che vi sono stati.
Invitiamo quanti volessero approfondire un particolare aspetto o fossero interessati ad uno specifico documento a visitare il nostro sito, alle pagine dedicate.

Chi invece volesse avere una più diretta percezione dell'intensità e della attenzione con le quali è stato seguito il dibattito, potrà a breve vedere la registrazione video integrale del convegno su YouTube.

Sempre sul sito abbiamo cercato di raccogliere in una pagina specifica i commenti e gli articoli che la stampa locale ha voluto dedicare alle evento. Ci scusiamo fin d'ora per le possibili involontarie omissioni.
In attesa che il nostro progetto diventi vivo argomento di discussione nelle sedi auspicate, vi auguriamo una buona lettura.

UN MOMENTO DI CONFRONTO TRA SOGGETTI ISTITUZIONALI. OBIETTIVO: SUPERARE LA FRAMMENTAZIONE AMMINISTRATIVA E FAVORIRE I PROCESSI DI SVILUPPO

Idee, soluzioni, visioni, amministratori e imprenditori lungimiranti non mancano: quel che ancora manca, o è carente, è un progetto organico che consenta di sfruttare appieno le opportunità offerte dal territorio. Con un’immagine si potrebbe dire che i pilastri ci sono, ma occorre affrettarsi a costruire il ponte. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni del Convegno dal titolo “Il Sistema delle Autonomie Locali di fronte alla pianificazione strategica. Un nuovo modello di governo per lo sviluppo”, organizzato dal Comitato AMIunaCittà, che si è tenuto lo scorso 26 settembre nella Sala Consigliare del Municipio di Ivrea.

Un folto pubblico di amministratori e di rappresentanti delle attività economiche, di enti ed associazioni ha assistito a un significativo momento di confronto che ha messo in luce come il nostro territorio abbia raccolto e conservi gelosamente la grande eredità olivettiana, ma che rischi di diventare una parte della provincia dimenticata e "dormitorio" se non viene risvegliata la consapevolezza delle grosse potenzialità che ancora detiene e se non viene superata l'estrema frammentazione amministrativa che indebolisce l'efficacia di qualsiasi azione.
In apertura Aldo Gandolfi del comitato AMIunaCittà e moderatore del convegno ha letto il saluto del Sotto Segretario di Stato del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, Gian Carlo Bressa, impossibilitato ad essere presente:

“ La legge 56/2014 pone le basi per un ambizioso riordino del tessuto amministrativo. Il ruolo che Città metropolitane, Enti di area vasta, Unioni e Fusioni di Comuni assumeranno nei prossimi mesi sarà fondamentale per ridisegnare l’architettura del nostro governo locale, in un’ottica di riassegnazione delle competenze e semplificazione delle procedure che risulti maggiormente rispondente alle esigenze dei cittadini.
Il primo passo è la definizione di un progetto di sviluppo delle città italiane, capaci di vedere e riconoscere nella trama territoriale esistente le potenzialità delle nuove città, come dice Antonio Calafati “Città capaci di nuove economie, perché economie in cerca di città” (in “Città tra sviluppo e declino”, Donzelli Editore - 26 giugno 2015).
II secondo passo è quello di trasformare i sistemi locali in comunità politiche in grado di rappresentare, non una mediazione di interessi di singole realtà territoriali, ma un nuovo interesse collettivo, quello di una comunità che sappia esprimere un progetto comune e condiviso di modernizzazione e crescita.
Questo approccio dovrà costituire il binario lungo cui condurre anche il processo delle Unioni e Fusioni di Comuni che costituiscono un fattore chiave dello sviluppo del nostro Paese, per un rafforzamento dell’offerta e del grado di efficienza dei servizi erogati ai cittadini.
Questo grande processo riformatore, per essere portato a compimento, necessita di una rinnovata capacità progettuale e di un sano spirito di iniziativa politica, di un continuo e proficuo confronto tra i luoghi delle istituzioni, dell’economa e del sapere.”



Carlo Della Pepa, Sindaco di Ivrea
La Città Metropolitana e le Zone Omogenee. La pianificazione strategica e il piano per la Zona Omogenea di Ivrea: procedure in corso. Le aree territoriali nella nuova dimensione della competitività internazionale
Il Sindaco di Ivrea nel suo saluto, ha messo in rilievo quali sono a suo giudizio i fattori che più di altri esprimono la necessità di una sostanziale riaggregazione del tessuto amministrativo:
· La forte percezione dell’identità dell’Ami, e le esigenze degli operatori economici e culturali, solo parzialmente avvertite dagli amministratori.
· Oltre a questo vi sono le specificità della Città metropolitana di Torino: essa è la più grande e comprende ben 315 comuni. Una prima risposta è venuta dalla costituzione delle zone omogenee. Tra queste, quella dell’eporediese si presenta con il più alto livello di problematicità, comprendendo ben 58 comuni con circa 90.000 abitanti e ben 551 km². Al confronto ad esempio la zona otto è costituita da 46 comuni con 120.000 abitanti.
Il fatto poi di aver affidato alla zona di Ivrea la redazione del proprio piano strategico come progetto pilota, non fa che sottolineare la necessità (maggio 2016 limite per l’approvazione del Piano Strategico dell’intera Città metropolitana) di compatibilità principalmente con i piani strategici delle contigue zone 8 e 9, e soprattutto la necessità di una forte relazione con la città di Torino: il territorio vive e si sviluppa nel rapporto con la città di Torino.
A differenza di molti tentativi precedenti, questo sforzo di pianificazione è condotto con un metodo nuovo, parte infatti dalle esigenze e dalle visioni degli operatori economici che operano nel territorio

Nella foto un momento dell'intervento del dr. Ferlaino


Fiorenzo Ferlaino, Dirigente Area Politiche Territoriali IRES Piemonte

L’Europa verso il governo continentale dell’economia. Le nuove sfide per i sistemi territoriali periferici. Rapporto tra strutture amministrative ed esigenze di pianificazione strategica
L'aggregazione dei comuni nel quadro legislativo italiano.

La relazione del dottor Ferlaino ha posto l’accento su due aspetti, essenziali, per meglio comprendere le esigenze di una profonda revisione dell’attuale assetto amministrativo: il quadro internazionale con i numerosissimi esempi di tentativi e sforzi per l’aggregazione, anche a livello statale e il percorso storico attraverso il quale si è determinata la situazione attuale.
Accanto ai vantaggi della aggregazione identificati dal relatore in: più grande capacità strategica e di programmazione, maggiore democrazia e massima chiarezza di posizioni, nonché evidenti economie di scala, vi è poi il dato strutturale ed irreversibile della crescita delle relazioni di mercato che costringe all’azione riformatrice. Di fatto ricordando il periodo storico della nascita dello stesso concetto amministrativo di comune e della riorganizzazione complessiva dello Stato, emerge con chiarezza la relazione tra necessità del mercato e struttura amministrativa. Ovviamente hanno avuto ed hanno il loro peso anche esigenze di altra natura quali, ad esempio, il controllo del territorio e il mantenimento dell’ordine pubblico. Ad oggi è possibile definire sulla base di accurati indicatori quantitativi basati sull’analisi di flussi e spostamenti, le aree che si candidano alla autonomia amministrativa, i sistemi locali del lavoro, che nel nostro caso coincide sostanzialmente con il territorio della Ami.


Giancarlo Verde, Direttore Centrale della Finanza Locale Ministero dell'Interno
Le fusioni come opportunità, risparmi per i Comuni e incentivi nazionali
Il dottor Verde nella sua relazione ha innanzitutto messo in evidenza come il problema del riordino territoriale sia da considerare ormai acuto alla luce della frequenza e della intensità degli interventi del legislatore sulla materia. Inoltre, dal suo osservatorio privilegiato sugli andamenti dei costi e delle spese per l’intero paese, ha fatto emergere con grande chiarezza la relazione tra variabili economiche e finanziarie e dimensioni per popolazione delle unità amministrative. Tutti questi andamenti risultano essere caratterizzati da forme sostanzialmente analoghe, valori elevati alle estremità della distribuzione in funzione della popolazione, con minimi raggiunti nei valori intermedi. Tutto ciò induce a pensare che anche nella nostra zona, la più significativa riduzione dei costi a fronte del mantenimento o del miglioramento dei servizi erogati ai cittadini, si collochi sulle dimensioni intermedie.

Giovanni Gardelli, Dirigente del Servizio Autonomie locali della Provincia autonoma di Trento
15 fusioni in Provincia di Trento
Nel contesto del convegno si è rivelata di particolare interesse la relazione del dottor Gardelli, che ha illustrato come a partire da un diversissimo contesto storico, il processo di riaggregazione amministrativa della provincia autonoma di Trento è molto più rapido che altrove.
Questo certamente grazie anche alla sostanziale autonomia legislativa di cui gode la provincia autonoma, che consente maggiore snellezza e rapidità nel definire gli obblighi, le gestioni associate e il quadro delle incentivazioni alle fusioni, oltre che le modalità del processo stesso, quali ad esempio la conduzione dei referendum e i criteri per determinarne gli esiti in senso positivo o negativo.

Riccardo Nocentini ex sindaco di Figline
Ezio Guerci consulente per gli aspetti tecnici della fusione

La fusione nel nuovo Comune di Figline e Incisa Valdarno in Toscana
Di taglio del tutto diverso è stata la relazione di Riccardo Nocentini, che ha sottolineato con grande vivacità ed intensità il peso che nel processo di fusione di Figline ed Incisa Valdarno hanno avuto l’impegno e la capacità di esprimere una forte leadership nello stimolare la partecipazione ed il consenso popolare al progetto di fusione fino a giungere ad un cambiamento che si può ben definire radicale nel concetto stesso di identità. Ovviamente non sono mancati vantaggi economici soprattutto derivanti dalla possibilità di non rispettare il Patto di Stabilità, ma anche in questo caso, al di là degli aspetti puramente economici, Nocentini ha sottolineato il valore etico, quasi l’obbligo di mettere insieme le forze durante un periodo di crisi. Quella di Figline e Incisa Valdarno è la più grande fusione realizzata in Italia che ha condotto alla costituzione di un comune unico di oltre 15.000 abitanti.
Nocentini che si è a lungo adoperato per la fusione dei due paesi ha mostrato grande coraggio nel condurre a termine un processo, che dal punto di vista personale lo ha penalizzato, dimostrando un forte impegno e una passione civile non comune.

Nel suo intervento Ezio Guerci ha sottolineato l’importanza di affrontare per tempo quella che a suo giudizio è probabilmente la principale causa di insuccesso dei percorsi di fusione: l’aspetto organizzativo del nuovo comune. In particolare le resistenze della organizzazione possono essere così elevate da indurre esitazioni nel decisore politico che si traducono in rinvii e ritardi. Di qui la necessità di non allontanarsi dai piani definiti e di mantenere con una certa rigidità le date stabilite.


nella foto un momento dell'intervento di Emilio Torri seguito con grande attenzione (da sinistra a destra) da Prat, Avetta, Gallo, Fassino e Ferlaino 


Intervento del Comitato

Emilio Torri, coordinatore del comitato organizzatore, nel suo intervento ha brevemente ricordato le motivazioni ed i dati che, nel corso degli ultimi due anni, hanno condotto AMIunaCittà ad elaborare la propria proposta di costruzione di una unica realtà amministrativa, la “Città diffusa” dell’Ami, al fine soprattutto di rimuovere i vincoli alla ripresa di un nuovo sviluppo del territorio, che derivano da una realtà amministrativa figlia di tempi lontani e ormai totalmente inadeguata alle nuove esigenze. Ha inoltre messo in evidenza come la variabile tempo sia ormai ben lungi dall’essere indifferente, perché ogni giorno che passa impoverisce l’eredità di cui disponiamo, e allontanando le risorse più giovani, preparate ed attive, si traduce in una perdita secca non solo economica, ma anche culturale sociale ed in una parola, vitale.
Luca Beccaria, giovane studioso dei processi di ridefinizione delle aree comunali, ha poi presentato una possibile ipotesi della struttura che la città diffusa dell’Ami potrebbe avere alla luce dei vincoli e del quadro normativo ed incentivante attualmente esistente nella Regione Piemonte. Ha tenuto a sottolineare come si tratti soltanto di una delle possibili ipotesi da verificare nel vivo di una discussione che deve trovare la sua sede più opportuna.


Piero Fassino - Sindaco della Città metropolitana di Torino

Conclusioni

In anticipo rispetto a quanto previsto, è intervenuto Piero Fassino Sindaco della Città metropolitana.
Innanzitutto egli ha ricordato che i processi di riaggregazione territoriale, quale che ne sia la forma, gestioni associate, unioni, fusioni devono essere concepiti all’interno di un quadro di riforme di maggiore ampiezza, la revisione del Titolo V della Costituzione, la riforma del Senato la stessa costituzione delle Città metropolitane, che nel suo complesso vuole dotare il paese di una struttura di governo e amministrativa più adeguata ai tempi.
In questo sforzo non mancano le incoerenze e le discrasie, tra queste l’esempio forse maggiore è proprio costituito dalla Città metropolitana Torino che coincide oggi con il territorio della intera vecchia provincia, quando l’area propria della conurbazione torinese è di gran lunga più limitata.
Naturalmente ciò accresce la necessità di un riordino amministrativo, proprio per proteggere gli interessi dei cittadini degli attuali piccoli comuni: è infatti evidente la sproporzione tra il milione di abitanti dell’area strettamente torinese e i 315 piccoli comuni che costituiscono l’intera Città metropolitana. Meglio sarebbe se ad esempio le 315 unità amministrative si riducessero ad una settantina consentendo un primo riequilibrio. Peraltro si tratta di riconoscere sul piano istituzionale un dato di fatto testimoniato anche dalle dimensioni delle aree di importanti servizi, ad esempio, quelli erogati da GTT e SMAT.
Percorsi di questo tipo si possono però realizzare solo in presenza di alcune condizioni tra le quali Fassino ha ricordato:
· La possibilità di dimostrare la convenienza, anche attraverso un nuovo quadro delle incentivazioni quale ad esempio quello proposto dall’Anci in un suo testo di legge
· La ricerca del consenso attraverso un percorso naturale e politico
· La necessità di dare una nuova dimensione, non solo istituzionale ma all’intero tessuto della società civile, tanto più essenziale in una fase storica in cui le istituzioni appaiono ben più deboli della società civile stessa.
In ultimo ha riconosciuto alla zona eporediese di essere in questo momento all’interno della Città metropolitana la zona con la progettualità più elevata per il suo territorio, sottolineando come la Città metropolitana ha l’obiettivo di avviare processi di sensibilizzazione simili in tutte le zone omogenee.

È seguita una lunga ed animata discussione con numerosi interventi, anche di diverso orientamento. È necessario sottolineare l’impegno assunto da Maurizio Perinetti, Coordinatore del Partito Democratico del Canavese, di voler portare all’interno del suo Partito la discussione su questo tema. Nell’esprimere la speranza che anche le altre forze politiche organizzate sul territorio vogliano affrontare questo argomento, Emilio Torri ha ancora ricordato che al di là di tutto, vi è oggi una sede istituzionale privilegiata che al primo punto della sua agenda ha il problema del riassetto operativo del territorio. Un tavolo cui ci si auspica che il progetto di AMIunaCittà venga preso in considerazione.
Apprezzata proprio per questo la presenza in sala sia di Anna Prat, Direttrice dell’Associazione Torino Internazionale, di Barbara Gallo che coordina la Commissione Economica, istituita nell’ambito del Piano Strategico eporediese e di Alberto Avetta, Vice sindaco della Città metropolitana di Torino.