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AMIunaCittà NEWSLETTER Maggio 2017

Anche se le nostre comunicazioni si sono diradate, l'attività del comitato AMIunacittà prosegue con immutato impegno, soprattutto sul versante della illustazione del progetto a cittadini, enti ed associazioni. Proprio l'altro ieri, 16 maggio, abbiamo presentato il nostro progetto ai soci del Lions Club di Ivrea, che teniamo a ringraziare per l'ospitalità.
Come in altre occasioni, la forte maggioranza dei presenti ha approvato la nostra proposta e un buon numero ha dichiarato di essere disponibile a dedicarci un po' del loro tempo.

Portiamo poi alla vostra attenzione tre documenti, rappresentativi dei diversi livelli politico amministrativi ai quali occorre operare, per la realizzazione del nostro progetto.

Il primo, di nostro diretto interesse, è l'emendamento al DUP 2017- 2019 di Ivrea proposto da Alberto Tognoli, consigliere comunale di minoranza e capogruppo della LISTA DEI CITTADINI, nel quale viene richiamata l'importanza di procedere verso la fusione dei comuni. L'emendamento è stato approvato, con nostra grande soddisfazione, dal Consiglio Comunale di Ivrea all'unanimità e successivamente incluso nella versione finale del documento unico di programmazione al punto cinque (sinergia con il territorio) degli obiettivi strategici (l'intero documento è disponibile sul sito del Comune di Ivrea). Ovviamente siamo contenti di questo piccolo successo, ma non si può passare sotto silenzio che, ancora una volta, se non fosse stato per l'impegno attento di Tognoli, nulla sarebbe successo.

Il secondo è la lettera che il Coordinamento Nazionale per la Fusione dei Comuni (della cui costituzione avevamo dato notizia nella precedente newsletter) ha inviato al sottosegretario Bressa, incaricato della preparazione del testo di legge per l'unione dei comuni; a testimonianza dell'impegno, per quanto possibile a livello del Governo.

Il terzo è una lunga conversazione intervista con Daniele Ruscigno, sindaco del nuovo comune di Valsamoggia, nel bolognese, che riporta sulla base della propria diretta esperienza, i risultati ottenuti con la costituzione, a partire da cinque diversi comuni, del quarto comune per dimensione della provincia di Bologna. Anche questa intervista è stata realizzata dal Coordinamento Nazionale per la Fusione dei Comuni.

Augurandovi una buona lettura, speriamo di potere presto inviare una nuova newsletter contenente più significative novità per il nostro territorio.





L'emendamento al DUP 2017- 2019 di Ivrea proposto da Alberto Tognoli


La lettera al sottosegretario Bressa

Le istituzioni locali come fattore di sviluppo
Il ruolo delle Istituzioni Locali. Unioni e Fusioni

È ormai acquisito dagli studi e dall'esperienza, che la "qualità" delle Istituzioni locali rappresenta un importante fattore di sviluppo del territorio. Occorre raggiungere, ove possibile, dimensioni minime per esprimere competenze, patrimonializzazione (economico/finanziaria, ma anche socioculturale), economie di scala, che attraggano e liberino risorse per migliorare i servizi e consentire investimenti significativi. Le Unioni rappresentano una esperienza utile di aggregazione ma, di solito, si limitano a operazioni di riduzione di costi o di efficienza di alcuni servizi; non possono sostenere progetti e obbiettivi di sviluppo anche perché sono rette da Organi non elettivi, e sono costitutivamente soggette a faticosi e precari compromessi .Hanno quindi senso se rappresentano il primo passo di un processo pianificato di integrazione che abbia come obbiettivo una Unità amministrativa realmente dotata di capacità progettuali e di governo per il proprio futuro . Questo è l'obbiettivo che si può realizzare con il processo di fusione dei Comuni superando le dimensioni minime critiche, dandosi Istituzioni di governo unitarie, strutturate, autorevoli perle funzioni strategiche e mantenendo (come prevede la legge) la difesa delle identità locali e i sevizi di prossimità con la istituzione dei Municipi decentrati, anch'essi elettivi. Così non si sottrae partecipazione democratica ai cittadini, anzi si riportano sul territorio, più vicini, superiori livelli decisionali. Questa soluzione viene adottata sempre più frequentemente: sono almeno una sessantina le fusioni realizzate dal 2014 ad oggi, circa 150 sono a livello di proposta. Inoltre, mentre nel passato anche le fusioni avvenivano su piccole dimensioni (scopo l'efficienza) oggi sempre più frequentemente si hanno casi di grandi fusioni di grandi dimensioni (da 30000 abitanti a più di 100000) scopo lo sviluppo. Una dimensione di 50.000 abitanti darebbe anche accesso diretto ai bandi U.E. per il finanziamento di progetti innovativi. Ovviamente rimangono sempre opportune iniziative alternative di sostegno agli Enti locali quando non sussistono le condizioni per la soluzione ottimale.

LA LEGISLAZIONE ATTUALE
Le leggi per fare le fusioni ci sono. Non sono leggi cogenti (impossibili per ragioni costituzionali e giustamente avversate) ma leggi incentivanti, sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Le Regioni poi regolano per legge le modalità di realizzazione. Purtroppo sono leggi pensate essenzialmente con l'obbiettivo principale della economicità e del miglioramento dei servizi, sostanzialmente grazie alle economie di scala. Sono quindi rivolte a incentivare fusioni di piccoli Comuni e le agevolazioni sono tarate su questo scopo. Ciò è reso evidente dal tetto massimo annuo (2,0 min di euro).

IL PERCORSO, IL TEMPO, LE LEGGI
La creazione di Enti di governo locale per aree vaste gestite con le moderne tecnologie, (burocrazia al minimo), con competenti e autorevoli strutture strategiche unitarie, con i servizi di prossimità e le identità locali gestite e valorizzate dai Municipi, è un percorso lungo e difficile, sia sul piano politico/amministrativo sia su quello socio/culturale. Se si ritiene importante l'obbiettivo, occorre perciò esprimere il massimo impegno e la massima determinazione. Occorre ottenere la condivisione dei Cittadini ad un "salto culturale" che porti tutti a riconoscersi membri di una stessa nuova Comunità, sottoscrittori di un nuovo patto sociale. Occorre trasparenza e condivisione energia e determinazione. Il tempo non è una variabile indipendente né secondaria. Il tempo che passa significa perdita di occasioni forse irripetibili; il danno della lacerazione del tessuto socioeconomici potrebbe rivelarsi irrimediabile.
OCCORRONO QUINDI LEGGI, NAZIONALI E REGIONALI, CHE RICONOSCANO IL VALORE STRATEGICO DI UNA SOLUZIONE DI QUESTO TIPO, CHE LE FACILITINO NELL'ITER E NE PREVEDANO UNA ADEGUATA INCENTIVAZIONE.


Intervista a Daniele Ruscigno sindaco di Valsamoggia