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AMIunaCittà NEWSLETTER Febbraio 2016


In questo undicesimo numero vi proponiamo

  • L’intervista a Matteo Fanciulli segretario del circolo PD di Ivrea, con la quale completiamo la ricognizione delle opinioni delle forze politiche presenti in consiglio comunale, seguita da un breve commento.
  • Un breve resoconto della serata di venerdì 12 febbraio nella quale Piero Fassino ha presentato ai sindaci i dati di bilancio della città metropolitana per il 2016.
  • Una nota sul documento di sintesi dell’IRPET : I COSTI DELLA FRAMMENTAZIONE E I VANTAGGI DELLE FUSIONI preparato da Sabrina Iommi (disponibile sul nostro sito). Sul sito è disponibile anche il documento completo di circa una cinquantina di pagine, del quale ci sentiamo di raccomandare la più attenta lettura, nella speranza di poter presto disporre di un analogo documento anche per la nostra regione.


Ci eravamo proposti di completare questa newsletter con una nota indirizzata soprattutto ai sindaci che fanno riferimento all' ANPCI, e che sembrano rifiutare risolutamente al momento qualsiasi ipotesi di fusione o accorpamento. Considerata però la rilevanza del tema, abbiamo scelto di proporre in un'occasione specifica il documento, preparato congiuntamente dal Comitato Ami una città e dall'associazione Identità Comune di Chivasso.

Ricordiamo anche che brevi notizie e una mini rassegna stampa sono presenti su facebook alla pagina Amiunacittà

Buona lettura



Intervista a Matteo Fanciulli, segretario del Circolo Pd di Ivrea, 35 anni e renziano della prima ora

Secondo lei, quali sono i principali problemi riscontrabili nella nostra zona omogenea?
Gli altri intervistati hanno indicato, tra le altre cose, la mancanza di rappresentatività a livello locale, regionale e nazionale ...
Dal mio punto di vista, non è così: con Piero Fassino ed Alberto Avetta abbiamo la maggioranza all'interno del Consiglio Metropolitano, siamo al governo della Regione Piemonte, abbiamo un'assessore regionale, Gianna Pentenero, alla cui elezione ha contribuito anche il nostro territorio. Senza contare, considerando un ambito territoriale più proteso verso l’Alto Canavese, Francesca Bonomo che è nostro parlamentare. L’ampia territorialità canavesana è ben rappresentata. L'eporediese, in particolare, ha come riferimento niente meno che il vice sindaco della Città Metropolitana, che è anche il sindaco di Cossano.

Noi come partito abbiamo la fortuna e la possibilità, grazie anche all' impegno profuso negli anni passati di avere un collegamento con tutti i diversi livelli amministrativi e politici.

Ci siamo concentrati sul tema rappresentatività, ma la domanda era soprattutto rivolta a quali sono, nella sua percezione e in quella del partito, i principali problemi di questa zona omogenea.
Alla fine del mese prossimo dovrà essere stilato il documento principale del piano strategico della Città Metropolitana e, conseguentemente, anche i piani strategici delle varie aree omogenee, compresa la nostra.
Uno dei primi impegni che mi sono assunto come segretario, è quella di attivare una discussione, che si è poi tradotta in un forum tematico al nostro interno e a cui è stato invitato a partecipare anche il Sindaco di Ivrea, sui temi principali da inserire all’interno del piano strategico. A questo scopo abbiamo costituito un apposito gruppo di lavoro che sta elaborando un primo documento che avrà ovviamente un cappello politico e sarà strutturato su tre punti principali:
- che cosa ha l'area eporediese da offrire;
- che cosa vogliamo fare come partito, ossia quali sono le indicazioni politiche che vogliamo dare al territorio per i prossimi tre anni;
- che cosa vogliamo chiedere alla Città Metropolitana per questo territorio, partendo dal presupposto che l'area omogenea di Ivrea è parte integrante della Città Metropolitana.
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Al termine di questa serie di interviste
ai rappresentanti delle principali forze politiche presenti nel consiglio comunale di Ivrea, sorgono spontanee alcune domande.
Tutti gli intervistati infatti si sono dichiarati, seppure con diverse sfumature, ben consapevoli della necessità per il nostro territorio di adottare misure coraggiose, anche sul piano dell'ammodernamento amministrativo, per cercare di frenare il progressivo declino economico, produttivo e demografico. Altri che non abbiamo intervistato, come i consiglieri Comotto e Tognoli in primis, che fanno da sempre parte del nostro comitato, certamente condividono questa consapevolezza.
Ma allora cosa impedisce di avviare con decisione non diciamo un processo operativo, ma almeno una discussione approfondita di cosa sia realmente necessario e possibile fare?
Di coinvolgere a fondo gli amministratori dei comuni più piccoli, molti dei quali si compiacciono di essere vicini ai loro concittadini e della loro gestione, di ciò che riescono a fare per le loro comunità, senza neppure provare a immaginare quanto non possono o riescono a fare?
Certo non ci illudiamo che l'ammodernamento amministrativo possa risolvere da solo tutti i problemi della nostra zona, né pensiamo che non siano stati fatti passi avanti. Grazie anche, se non soprattutto, ad una serie di circostanze favorevoli che hanno portato il problema della struttura amministrativa del paese all'attenzione dei cittadini.
Ma rimane il fatto che gli amministratori più attenti e consapevoli dovrebbero sentire la necessità di un rapido cambio di passo. Se poi vi sono dubbi e timori dettati da oneste convinzioni, è tempo che vengano espressi pubblicamente, possono essere affrontati solo con confronti trasparenti ed aperti. Ma non possono essere una scusa per permanere nell'inerzia.



IL SINDACO METROPOLITANO FASSINO AD IVREA
Bilancio di Previsione e Piano strategico al centro del confronto con i sindaci
Incoraggiato l’avvio di soluzioni associate. La grande fusione deve rimanere un obiettivo



Venerdì 12 Febbraio il Sindaco metropolitano Piero Fassino ha invitato tutti i sindaci della Zona Omogenea Eporediese ad un incontro nella Sala Dorata del Comune di Ivrea.
La formazione del Bilancio di previsione 2016 e la redazione del Piano strategico metropolitano previsto dalla Legge Delrio sono stati al centro dell’incontro convocato per ascoltare le esigenze e le proposte degli amministratori locali e per indirizzare le politiche per lo sviluppo economico e sociale del territorio in modo partecipato.

Fassino ha illustrato il complesso avvio della Città Metropolitana: il passaggio di poteri dalla Provincia, le difficoltà derivanti dall’obbligo di ridurre il personale in maniera consistente, i tagli progressivi alle risorse finanziarie imposto dalle norme delle Leggi di Stabilità. È stato anche molto chiaro nel sottolineare i limiti di bilancio che peseranno nei prossimi anni, in conseguenza della condizione della finanza pubblica italiana.

Per quanto riguarda il Piano strategico triennale che la Città deve approvare entro giugno, Fassino ha evidenziato l’obiettivo di depositare una bozza dello stesso entro il prossimo mese di marzo, in modo da lasciare a chi sarà chiamato ad assumere la guida della Città Metropolitana con le elezioni di maggio, un documento che consenta eventuali modifiche e/o integrazioni, possibili fino alla scadenza ultima di fine giugno.
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Il documento a cui ci riferiamo è la presentazione preparata per un convegno del novembre scorso in Toscana, con il titolo “I costi della frammentazione e i vantaggi delle fusioni” di Sabrina Iommi,
E’ la sintesi di un lungo studio del 2013 molto completo e interessante, disponibile anche sul nostro sito www.amiunacitta.it, che è stato redatto dall’IRPET, centro di ricerca della Regione Toscana.

La presentazione riporta, applicati al caso ed ai dati della Toscana, con stupefacente coincidenza, gli argomenti addotti a favore della nostra proposta di costituzione di un’unica Città diffusa mediante la fusione dei 58 Comuni dell’AMI.

Il fatto è ancora più rilevante, se consideriamo che in Toscana ci sono 287 Comuni per 3,8 milioni di abitanti, cioè in media 13.000 abitanti per Comune, e ai nostri occhi potrebbe non sembrare così bisognosa di interventi di aggregazione, quando nella Città Metropolitana di Torino la media è di 7.000 abitanti per Comune e nell’AMI la frammentazione raggiunge il vertice, con ben 1.500 abitanti per Comune.
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